la lettera diventa un'opera d'arte
di CONCITA DE GREGORIO
La lettera è una qualunque lettera d'addio, se si può dire qualunque di un congedo. Breve, una paginetta. Lui è garbato, formalmente ineccepibile, apparentemente addolorato. È colto, inoltre. Un uomo che sa usare le pause e gli a capo. Uno scrittore, forse. Di certo uno che lavora con le parole. Il repertorio è classico, si direbbe un'antologia. "Avrei preferito parlarti a voce, infine ti scrivo". "Non ti ho mai mentito e non comincerò a farlo oggi”. Alcune specifiche di questa storia, poi l'inevitabile "ti ho amata nel mio modo e continuerò a farlo, non cesserò di portarti con me". La chiusura, infine. "Avrei preferito che le cose andassero diversamente". Le ultime quattro parole. "Abbi cura di te".
"Take care of yourself, prenez soin de vous, cuidate mucho". È qui, è sull'incongruenza emotiva di una frase che ha le sembianze di una premura che Sophie Calle costruisce la sua opera d'arte. Calle è un'artista tra le più amate del nostro tempo. Un'icona della modernità, una Louise Bourgeois del nuovo secolo. La Francia le ha affidato il padiglione di quest'ultima Biennale di Venezia: lei lo ha dedicato a raccontare come finisce un amore. Ha proiettato i video (guarda lo speciale interattivo) di molte delle 107 donne che leggono la mail di addio del suo amante: celebri e sconosciute, Jeanne Moreau e una studentessa di scuola media, Luciana Littizzetto e una cartomante, Victoria Abril e una stella dell'Opera. Un avvocato, una psicanalista, Laurie Anderson, una scrittrice di parole crociate, una campionessa di tiro con la carabina. A ciascuna ha chiesto cosa significa abbi cura di te, come si fa ad averne, come si affronta e come si supera il vuoto spaventoso dell'assenza? Ciascuna ha risposto nel suo modo: con un referto, con una canzone, con un gioco. La mostra, a Venezia - "Take care of yourself" - è stata visitata da migliaia di persone, è ancora lì fino a fine novembre.
"Take care of yourself, prenez soin de vous, cuidate mucho". È qui, è sull'incongruenza emotiva di una frase che ha le sembianze di una premura che Sophie Calle costruisce la sua opera d'arte. Calle è un'artista tra le più amate del nostro tempo. Un'icona della modernità, una Louise Bourgeois del nuovo secolo. La Francia le ha affidato il padiglione di quest'ultima Biennale di Venezia: lei lo ha dedicato a raccontare come finisce un amore. Ha proiettato i video (guarda lo speciale interattivo) di molte delle 107 donne che leggono la mail di addio del suo amante: celebri e sconosciute, Jeanne Moreau e una studentessa di scuola media, Luciana Littizzetto e una cartomante, Victoria Abril e una stella dell'Opera. Un avvocato, una psicanalista, Laurie Anderson, una scrittrice di parole crociate, una campionessa di tiro con la carabina. A ciascuna ha chiesto cosa significa abbi cura di te, come si fa ad averne, come si affronta e come si supera il vuoto spaventoso dell'assenza? Ciascuna ha risposto nel suo modo: con un referto, con una canzone, con un gioco. La mostra, a Venezia - "Take care of yourself" - è stata visitata da migliaia di persone, è ancora lì fino a fine novembre.
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