martedì 27 febbraio 2007

via quei lucchetti

I lampioni di Ponte Milvio ne sono ricoperti: una moda lanciata dall'ultimo
libro di Federico Moccia. L'Ulivo chiede di fare pulizia, il sindaco dice no
"Via quei lucchetti dell'amore"
lo stop di Veltroni: lasciateli lì




"Via quei lucchetti dell'amore"
lo stop di Veltroni: lasciateli lì


Ponte Milvio, i lucchetti dell'amore
di GABRIELE ISMAN
ROMA - È polemica nella capitale sui lucchetti dell'amore a Ponte Milvio. Nell'ultimo anno, seguendo le orme di Gin e Step, i protagonisti del libro "Ho voglia di te" di Federico Moccia, centinaia di giovani coppie innamorate si sono giurate amore eterno lasciando i propri lucchetti sui lampioni di quello che è il più antico tra i ponti ancora integri di Roma, menzionato per la prima volta nel 207 avanti Cristo. E le chiavi? Gettate nel Tevere.

L'Ulivo, gruppo di minoranza nell'unico municipio - il XX - governato dal centrodestra a Roma, propone di ripulire i lampioni. La Casa delle Libertà dell'ex circoscrizione insorge, e alla fine, dal Campidoglio, il sindaco Walter Veltroni dice: "Se non ci sono problemi per la stabilità dei lampioni e del ponte, non vedo nulla di male a che i lucchetti restino. Mi sembra una manifestazione spontanea e bella".

All'origine della polemica, il libro di Moccia. "Ho voglia di te", seguito di "Tre metri sopra il cielo" è stato tradotto in 13 lingue, vendendo, secondo l'autore, oltre 3 milioni di copie. Presto uscirà anche il film, con Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, e i lampioni sono diventati attrazioni per i turisti. "Ultimamente - dice Massimo Denaro, capogruppo dell'Ulivo al municipio - è stata appesa persino la ruota di un ciclomotore, e lucchetti sono stati messi anche sulla porta della Torretta di Ponte Milvio che è stata appena restaurata e sulle catene antitraffico".

Quindi la richiesta è di toglierli? "Non vogliamo reprimere i sentimenti dei ragazzi - dice ancora Denaro - ma serve una valutazione storico-scientifico sul Ponte, che non è soltanto un posto per i lucchetti. Secondo noi, lungo la pista ciclabile che passa a lato di Ponte Milvio, si potrebbero realizzare strutture ad hoc per i lucchetti, e gli innamorati potranno continuare a gettare nel Tevere le chiavi per giurarsi amore eterno".
Il coordinatore romano della Margherita, Roberto Giachetti, appoggia l'idea di rimuovere i lucchetti: "La moda delle giovani coppie romane sta portando al collasso i lampioni di Ponte Milvio. Propongo al Comune di prevedere un piano di ripulitura come già disposto per Fontana di Trevi: una volta al mese, un incaricato del Comune provvederà alla raccolta dei lucchetti il cui ricavato, ottenuto dalla vendita dell'ottone, verrà donato alla Croce Rossa Italiana".
Ma i lucchetti sono difesi a spada tratta dal centrodestra: Marco Daniele Clarke, assessore municipale ai Lavori Pubblici ed esponente di An, parla di "un'iniziativa retriva e miope che offende i tanti innamorati che hanno collocato un lucchetto su Ponte Milvio. Proprio in questi tempi in cui vi sono tanti messaggi di odio stupisce che si voglia invece colpire chi manifesta il proprio amore. Il messaggio del lucchetto è un messaggio forte, estremamente positivo, che vuole affermare un sentimento profondo e vissuto di contro alla precarizzazione ed alla banalizzazione dei sentimenti. Non vi è dubbio che il decoro del Ponte vada preservato, ma non è certo con misure rozze e semplicistiche, quali la rimozione dei lucchetti, che si può risolvere il problema".

E, ancora da An, il consigliere comunale Federico Guidi si chiede perché Ponte Milvio non possa essere come la casa di Romeo e Giulietta a Verona "dove da sempre esiste la consuetudine di poter affiggere sulle pareti esterne". No alla rimozione dei lucchetti anche da Azione universitaria, vicina ad An, e l'ultima parola è di Veltroni: "I lucchetti possono restare".

(27 febbraio 2007)

martedì 20 febbraio 2007

"Vedi Napoli e poi muori"


LE RECENSIONI
Convince la docufiction di Enrico Caria sulla realtà partenopea

"Vedi Napoli e poi muori"
la città tra inchiesta e finzione



Secondo la sua sensibilità di autore satirico e umoristico il napoletano Enrico Caria (insieme al regista Felice Farina) ha raccontato a suo modo - ma un modo puntuto, che non la "butta a ridere" - quella che non solo i periodici allarmi giornalistici percepiscono come la capitale della criminalità, dell'insicurezza, dell'impossibilità di vivere serenamente e onestamente.

In Vedi Napoli e poi muori, il miscuglio di inchiesta e finzione si serve come traccia della biografia dello stesso autore - prima in fuga da Napoli, poi tornato pieno di aspettative per il Rinascimento Bassoliniano, poi di nuovo tentato dall'abbandono - per ripercorrere le tappe dell'ultimo quarto di secolo di storia della tenaglia malavitosa sulla città tra una guerra di camorra e l'altra.

La trasformazione della criminalità dalla spartizione dei quartieri all'internazionalizzazione, la droga, la separazione tra killer di strada disposti a tutto e cupola dei quartieri alti al riparo di professioni rispettabili e imprese pulite, le nuove periferie come Scampia su cui si sono accesi - e spenti - i riflettori anche se da lì continuano a transitare, fonte di "lavoro" e reddito per molti, 16 miliardi di euro annui in droga. "Il fenomeno criminale è inarrestabile perché i napoletani ci convivono oppure ci convivono perché è inarrestabile?".

Inquietanti riferimenti alle "distrazioni" delle forze dell'ordine, e molti testimoni da Roberto Saviano (che vive sotto scorta dopo Gomorra) a Pino Arlacchi. (p. d'a.)

VEDI NAPOLI E POI MUORI
Regia di ENRICO CARIA
(26 gennaio 2007)

venerdì 9 febbraio 2007

I have a green


Caserta, le cave, il cemento, le discariche...
e un'area verde di 33 ettari in centro città da sottrarre al cemento: il
MACR
ICO.

Cosa sta succedendo? Perché il futuro del MACRICO coincide col
f
uturo della città di Caserta?

Un film per raccontare i disagi della gente in un territorio devastato
dal mercato dell'edilizia e per gridare la voglia di verde.
PRIMA PROIEZIONE 19 GENNAIO 2007 ore 18:00

AUDITORIUM via Ceccano - Caserta.

IL FUTURO DEL MACRICO DIPENDE ANCHE DA TE!

WWW.IHAVEAGREEN.ORG