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giovedì 17 gennaio 2008

emergenza rifiuti in campania

La situazione dei rifiuti in Campania è uno stato di emergenza che riguarda lo smaltimento della spazzatura a Napoli e nella regione di cui è capoluogo. Si considera in stato di emergenza dal 1994, quando venne nominato il primo Commissario di Governo per risolvere la situazione.


Beppe Grillo scrive nel suo blog:

L'inceneritore di Terni è stato chiuso. Si ipotizza il reato di disastro ambientale. Gli inceneritori sono antistorici e producono diossina e nanoparticelle. Se quello che scrivo è vero e documentato, allora sotto accusa devono finire in futuro tutti coloro che sono responsabili di morti di tumori: i politici, gli amministratori, gli imprenditori con i soldi del CIP6 della bolletta dell'energia elettrica.

Se ciò che dico è falso, invito i piazzisti degli inceneritori a dimostrare il contrario su questo blog.

BIÙTIFUL CAUNTRI


Gli risponde
Alberto Lucarelli, Ordinario di diritto pubblico dell’Università Federico II di Napoli:

"Caro Beppe,

temo che le decisioni politiche degli ultimi giorni sul "caso Pianura" in Campania intendano utilizzare l'emergenza per legittimare ed adottare scelte di lungo periodo[...].


Secondo Legambiente CampaniaLa soluzione del problema della gestione dei rifiuti non è sicuramente semplice ma è tuttavia chiaro che sotterrare i rifiuti in discaric
a o incenerirli è impresa costosa ed accompagnata da rischi non trascurabili. Il corretto approccio invece vede nella gestione integrata, che contempla il concorso di piú modalità operative e la collaborazione di tutti, singoli e istituzioni, la migliore strategia e nel rispetto delle quattro priorità introdotte dal Decreto Ronchi, la regola delle “quattro erre”, l’enucleazione del processo da adottare:

Riduzione
Riutilizzo
Riciclo
Recupero


Cosa ne pensi di questa notizia?

  • Hai mai vissuto una situazione del genere?
  • Hai conosciuto un’emergenza simile nel tuo paese?
  • Quali pensi che possano essere le cause di questa situazione?
  • Secondo te, cosa si potrebbe fare per risolvere il problema?
  • Cosa potrebbe fare l’amministrazione?
  • Cosa potrebbero fare i singoli cittadini?


giovedì 27 dicembre 2007

Mettiamoci d'accordo per salvare il pianeta

Il fascicolo sulle minacce alla salute della terra da domani in edicola
L'aggressione alla natura si può arrestare con una nuova cultura e ricerche mirate

Rapporto del National Geographic
Così si salva il pianeta inquinato

L'umanità sembra camminare su due binari diversi
un mondo sempre più ricco e uno sempre più povero


Il numero del National Geographic sulla salute della terra da domani in edicola

di LUIGI BIGNAMI

ROMA - Prima di intervenire su un paziente è necessario conoscere profondamente le sue condizioni. E questo vale anche per il nostro pianeta, che oggi molti considerano ammalato o per lo meno molto diverso da come lo avevano conosciuto i nostri progenitori fino al secolo scorso. Per valutare in maniera appropriata le condizioni del mondo in cui viviamo National Geographic italiano, in edicola da domani, ha dedicato un allegato che disegna in modo esauriente la situazione del mondo e dell'umanità di oggi.

Si scopre, ad esempio, come le attività dell'uomo abbiano alterato quasi il 35 per cento della superficie del pianeta per creare pascoli e colture; gli ecosistemi degli oceani hanno subito gli effetti della pesca al punto che hanno ridotto fino al 10% le popolazioni di alcune tra le specie di pesce più richieste dai consumatori. E per capire il livello d'inquinamento che produce l'umanità basta un solo dato: nel corso della propria esistenza ogni individuo del mondo industrializzato genera rifiuti pari a 600 volte il proprio peso, tra cui ben il 12 per cento è plastica.

E intanto l'umanità sembra camminare su due binari molto diversi: un mondo sempre più ricco e uno sempre più povero. Secondo il rapporto del National Geographic le 2 persone più ricche del mondo hanno più soldi del prodotto interno lordo complessivo dei 45 Paesi più poveri. Sarà mai possibile una distribuzione equa del benessere? Risponde Alessandro Rosina, demografo all'Università Cattolica di Milano: "Una strada potrebbe essere quella legata alle emigrazioni, se ben gestita. Ciò potrebbe portare, da un lato, all'equilibrio demografico e dall'altro ad una crescita del prosperità nelle aree più povere. L'emigrante spesso invia a casa soldi che le famiglie investono sui figli o per migliorare le proprie condizioni di vita. Quindi le rimesse diventano un aiuto ai Paesi in via di sviluppo".

Le colture biologiche, inoltre, sono notevolmente in crescita. Dal 2000 al 2007 si è passati da 7,5 milioni di ettari a 30,5. Un'altra strada, seppure fortemente criticata, è lo sviluppo degli alimenti transgenici che hanno visto in un decennio aumentare di 60 volte le aree ad esse dedicate, tant'è che nel 2006 superavano i 100 milioni di ettari. La biogenetica ha permesso di dare vita a prodotti che richiedono meno acqua e che sono più resistenti a malattie e parassiti, anche se fa da contraltare il fatto che si sono denunciati danni alla salute per reazioni allergiche inattese e l'uso degli Omg riduce la biodiversità per la tendenza a far sviluppare monocolture.

Quello dell'acqua resta un grave problema: ogni giorno da uno a due miliardi di persone devono lottare con la natura per procurasi i 20-50 litri per bere, mangiare e lavarsi. Ma c'è un grosso sforzo per diminuire i costi di desalinizzazione dell'acqua di mare. Forse anche per il pianeta ammalato le soluzioni esistono: investimenti, sviluppo tecnologico e ricerca potrebbero le ricette su cui scrivere le prescrizioni adatte.

(27 dicembre 2007)

venerdì 16 novembre 2007

Effetto serra, gli esperti Onu pessimisti

Domani la presentazione della bozza dell'Ipcc, il comitato intergovernativo "Le attività umane possono portare a cambiamenti senza ritorno"

Effetto serra, gli esperti Onu pessimisti "Ormai potrebbe essere irreversibile"




Effetto serra, gli esperti Onu pessimisti
"Ormai potrebbe essere irreversibile"

VALENCIA - Rischiano di rivelarsi "irreversibili" l'effetto-serra e, più in generale, le conseguenze del surriscaldamento globale del pianeta: è l'allarme lanciato dall'Ipcc, il Comintato Intergovernativo sui Mutamenti Climatici, nella bozza di rapporto in via di completamento dopo un'approfondita analisi dei dati relativi all'impatto del fenomeno.

Come riferito dal capo della delegazione francese, Marc Gillet, i contenuti del documento, che dovrà fornire ai governi nazionali le linee-guida in materia per gli anni a venire, sono stati in linea di massima approvati dagli esperti internazionali dell'Ipcc, riuniti a Valencia, dopo un'intera notte di trattative. "Le attività umane potrebbero condurre a cambiamenti del clima improvvisi o irreversibili", recita il testo concordato. L'ente scientifico, quest'anno co-assegnatario del premio Nobel per la Pace insieme all'ex vice presidente americano Al Gore, è stato istituito nel '98 su iniziativa di due agenzie specializzate dell'Onu: l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, o Wmo, e l'Unep, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo.

La relazione sarà ufficialmente adottata domani nella località iberica; seguirà una conferenza stampa cui parteciperà lo stesso segretario generale del Palazzo di Vetro, Ban Ki-moon.

(16 novembre 2007)

martedì 4 settembre 2007

"Clima, siamo tutti testimoni"


Pubblicheremo le segnalazioni dei cittadini sul clima che cambia
in vista della conferenza nazionale di metà settembre
"Clima, siamo tutti testimoni"
Al via una campagna Wwf-Repubblica.it


"Clima, siamo tutti testimoni"
Al via una campagna Wwf-Repubblica.it

ROMA - Siamo tutti testimoni dei cambiamenti del clima: parte da oggi una nuova iniziativa Wwf-Repubblica.it in vista della conferenza nazionale sui cambiamenti climatici prevista per metà settembre.

Il nostro sito e l'associazione ambientalista invitano i cittadini a spedire il proprio diario estivo del clima che cambia, raccontando anomalie legate all'aumento della temperatura, colture in crisi, comparsa di specie mai viste, carenza di acqua. Le testimonianze verranno pubblicate su Repubblica.it e sul sito della Conferenza Nazionale.

"Non si faranno politiche reali sul clima, se non c'è il coinvolgimento diretto dei cittadini - ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio. La questione del cambiamento climatico non può essere delegata alle future generazioni. Bisogna intervenire subito".

Leggete qui le vostre segnalazioni.

Potete anche inviare una mail a questo indirizzo:
testimoniclimawwf@redazione.kataweb.it

mercoledì 13 giugno 2007

I ministri Ue dell'agricoltura sono impazziti!


Per contrastare il fenomeno delle contaminazioni accidentali di ogm nelle colture tradizionali, i ministri dell'agricoltura dell'Europa hanno deciso di permettere, per legge, una tolleranza di Organismi geneticamente modificati dello 0,9% addirittura nei prodotti biologici.
Semplice ed economico, perche' non alziamo i valori di riferimento delle sostanze dannose nelle acque potabili per permettere a quelle minerali in bottiglia di essere piu' buone?
Lo abbiamo gia' fatto???
Per correttezza di cronaca va detto che Italia, Belgio, Svezia e Ungheria hanno votato contro, proponendo invece una soglia massima dello 0,1%, ma la decisione non e' stata appoggiata dalla Polonia, che sembra aver fatto da ago della bilancia.

(Fonte: Verdi.it)

giovedì 26 aprile 2007

Prova del surriscaldamento terrestre

AMBIENTE

Il surriscaldamento del pianeta fa comparire una terra fino ad oggi sconosciuta
L'esploratore americano che l'ha scoperta l'ha battezzata Warming Island

L'isola che non c'era adesso c'è
emersa dai ghiacci in Groenlandia

POTREBBE diventare il vero simbolo dei cambiamenti climatici che stanno modificando l'aspetto del nostro pianeta. Dennis Schmitt, l'esploratore americano che l'ha scoperta, l'ha battezzata in lingua esquimese Uunartoq Qeqertoq, the Warming Island: sarà un nome che sentiremo spesso. La nuova isola è apparsa in seguito allo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia, il fenomeno che preoccupa di più gli ambientalisti di tutto il globo.

Fino ad oggi si credeva che quel lembo di terra, dalla forma di una mano con tre dita, fosse una penisola coperta dal ghiaccio che si allungava nella parte orientale della costa. Il rapido liquefarsi del ghiacciaio, però, ha mostrato chiaramente che si tratta in realtà di un fazzoletto di terra circondato dall'acqua.
Le fotografie catturate dal satellite fin dagli anni Ottanta mostrano l'evoluzione dello scioglimento del ghiacciaio e, al tempo stesso, svelano ciò che il Professor Schmitt per primo ha capito. Nelle foto risalenti al 1985 questa zona appariva come facente parte integrante della costa della Groenlandia. Già nel 2002 solo un sottile ponte di ghiaccio sembrava collegare le due terre. Oggi le due coste sono del tutto separate a causa di una trasformazione tanto rapida quanto sorprendente.

Ed è proprio la velocità con cui il fenomeno si sta sviluppando che inquieta il mondo scientifico: gli studiosi hanno calcolato che se nel 1996 il ghiacciaio si era sciolto di 50 chilometri cubici, nel 2005 ben 150 chilometri cubici di ghiaccio sono stati depositati nell'acqua. Solo fino a tre anni fa si credeva che ci sarebbero voluti 1000 anni prima che la coltre bianca della Groenlandia si spaccasse per sciogliersi nel mare, ma dal 2004 i dati parlano chiaro: il processo di disintegrazione si sta accelerando e avanza a una velocità tre volte maggiore rispetto a quella degli anni Novanta.

I numeri sono demoralizzanti: secondo modelli elaborati al computer, se davvero il secondo blocco di ghiaccio del globo dovesse veder fondere i suoi 2.5 milioni cubici di chilometri di ghiaccio, il livello del mare del pianeta si innalzerebbe di oltre 7 metri. Intere città ne resterebbero sommerse. Londra e le Maldive sarebbero inghiottite dalle acque. Dati che allarmano i ricercatori in quanto un fenomeno che avesse solo un decimo della portata di quello appena descritto avrebbe già conseguenze devastanti.

Altre isole, intanto, potrebbero emergere dai bianchi blocchi della Groenlandia, svelandosi improvvisamente a chi saprà riconoscerle: geografi ed esploratori di tutto il mondo si sono messi alla caccia della loro personale Atlantide.

(24 aprile 2007)

mercoledì 4 aprile 2007

Ancora effetto serra

3 aprile 2007

Rapporto Onu: 61 Paesi a rischio per l'effetto serra (ma spunta qualche voce fuori dal coro)
P. F.
Sessantuno Paesi, principalmente nel Terzo mondo, sono a rischio-carestia per l'aumento della temperatura globale causata dai cambiamenti climatici in atto, che, in ultima analisi, contribuiranno a destabilizzare ulteriormente lo scenario internazionale: lo scrive il quotidiano britannico «The Independent», anticipando la la bozza del rapporto Onu sui «Cambiamenti climatici 2007», curato oltre 2.500 scienziati di tutto il mondo, che sarà presentato venerdì 6 aprile a Bruxelles e fa seguito a un altro documento pubblicato due mesi fa, in cui si affermava «inequivocabilmente» che la responsabilità del riscaldamento globale era da attribuire al 90% alle attività umane.

La nuova bozza conferma che i cambiamenti stanno avvenendo «più velocemente del previsto» e che «colpiranno i sistemi biologici e fisici di ogni continente». Lo scenario è apocalittico: in 20 anni, dieci milioni di sudamericani e centinaia di milioni di africani saranno «a corto» d'acqua e alla metà del XXI secolo un miliardo di asiatici potrebbero affrontare il rischio siccità. I ghiacciai della catena dell'Himalaya, che alimentano i grandi fiumi del continente asiatico, si scioglieranno del tutto entro il 2035, minacciando la vita di 700 milioni di persone. Nel 2050, benchè inizialmente i raccolti cresceranno nei Paesi temperati grazie al caldo che allungherà la stagione produttiva, la produzione crollerà del 30% in India, con 130 milioni di persone costrette a fare fronte a una terribile carestia. Nel 2080 cento milioni di persone dovranno abbandonare le loro case sulla costa minacciate dall'innalzarsi delle acque dovuto allo scioglimento delle calotte di ghiaccio dei poli. Oltre un terzo delle specie animali saranno «ad alto rischio di irreversibile estinzione».

Nei giorni in cui gli esperti internazionali dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) presentano il rapporto sulle conseguenze del riscaldamento globale causato dalle emissioni umane di CO-2 , un gruppo di scienziati sfida la convinzione generalizzata che i cambiamenti climatici siano da attribuire alla responsabilità umana. Questi studiosi puntano il dito sul cambiamento naturale delcalore solare, sul raffreddamento del pianeta nella metà del XX secolo e sul rallentamento del rialzo della temperatura nell'ultimo decennio.

Tra coloro che mostranoscetticismo verso gli allarmi dell'organismo dell'Onu vi sono Richard Lindzen, meterologo del Mit, Paul Reiter, professore all'Istituto Pasteur di Parigi e lo scrittore Michael Crichton. Queste voci fuori dal coro sostengono che le temperature siano scese per diversi decenni dopo il 1945, nonostante l'aumento delle emissioni di diossido di carbonio. Altra tesi è che le concentrazioni di diossido di carbonio nell'atmosfera hanno ritardato l'aumento della temperatura stando alla datazione dei nuclei di ghiaccio che risalgono a 600 mila anni fa. Per gli scienziati "contro", l'aumento delle temperature che ha caratterizzato la seconda metà dell'ultimo secolo ha conosciuto un fase di stallo negli ultimi dieci anni. Il 1998 è stato un anno estremamente caldo a causa dell'andamento anomalo di El Nino e gli anni successivi sono stati più freddi: un decennio sarebbe quindi un periodo troppo elaborare tendenze di lungo periodo.