giovedì 29 novembre 2007

Benigni agli italiani "Parleremo d'amore"


L'attore toscano invita il pubblico a seguirlo il 29 novembre su RaiUno nella serata-evento "Il quinto dell'Inferno", in diretta dalle 20:30

"CARI Italiani, con immensa allegria e col cuore che cinguetta come un fringuello appena nato, il ventinove novembre in diretta su RaiUno staremo un paio d'ore insieme a parlare del regalo più bello che ci è cascato addosso. Dobbiamo capire cos'è l'amore. Ne tracceremo la storia. Dal primo libro della Genesi, all'ultimo libro di Bruno Vespa, dalla lettera di pace di San Paolo ai Corinzi, 'per quante cose io assuma in mio conto, se non ho l'amore io non sono nulla', alla lettera di scuse di Berlusconi a sua moglie, 'E dai Vero', stai buona, so' bagattelle', dalla rottura della pace tra Greci e Troiani secondo Omero, 'causa ne fu la divina femminilità di una donna', alla recente rottura della pace tra An e Forza Italia secondo Vittorio Feltri, 'la causa è una sola, problemi di gnocca'". Il ritorno in tv per l'attore toscano dall'ormai lontana e indimenticabile serata del 23 dicembre 2002, quella di L'ultimo del Paradiso, che tenne inchiodati alla tv 12 milioni 687 mila spettatori con il 45,48% di share. Senza contare, negli anni recenti, le folle oceaniche accorse nelle piazze e nei teatri italiani per applaudirlo nel suo TuttoDante, oltre cento repliche in quarantotto città e più di un milione di spettatori.
Una serata-evento, quella del 29 novembre, che culminerà nella lettura del Canto di Paolo e Francesca, ma durante la quale Benigni affronterà sì l'amore ma pure il sesso, "il motore del mondo", percorrendolo "nei suoi aspetti più estremi, dalla libidine sfrenata alla totale repressione, insomma da Casanova a Sandro Bondi". E la politica, "da Voltaire, 'non sono d'accordo con quello che dici ma sono pronto a morire purché tu lo dica', a Berlusconi, 'Chi vota a sinistra è un coglione'". "Parleremo della grandezza dell'Italia - continua Benigni nella sua lettera - per capire che cosa abbiamo fatto di bello per meritare città come Milano, Firenze, Roma dove sono nati uomini come Manzoni, Michelangelo, Cesare, e cosa abbiamo fatto per meritare città come Arcore, Ceppaloni, Montenero di Bisaccia e... non mi ricordo dove è nato Buttiglione".

E poi, naturalmente, "lasceremo parlare Dante, ci faremo dire da lui cos'è quella nostalgia dell'infinito, quella ventata di annientamento che ci precipita addosso quando ci si innamora e smantella tutta la nostra vita, quella sensazione felice, pericolosa e rara che unisce sensualità e tenerezza e ci rende immortali". "Ce lo faremo dire da lui - conclude Benigni - con parole antiche e commoventi che hanno attraversato i secoli per posarsi sulle nostre labbra. Nulla di solenne, semplicemente la bellezza. A giovedì".


(28 novembre 2007)

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