di Riccardo Marra
All'interno del bunker del boss Lo Piccolo la polizia ha scoperto uno scenario che ricorda da vicino le scene de Il Padrino di Ford Coppola. Tra gli altri oggetti: immagini sacre, pizzini ed un decalogo del buon mafioso
Dopo i primi giorni di grande confusione, sono state condotte ieri le ispezioni all’interno del covo del boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, arrestato lunedi a Giardinello (Palermo) nel bel mezzo di una riunione decisionale con il figlio Sandro ed altri due uomini d’onore. Il bunker nel quale il barone di Cosa Nostra ha trascorso l’ultimo periodo dei suoi lunghi venticinque anni di latitanza, setacciato dagli investigatori, ha portato alla luce un vero tesoro di materiale, pizzini (che il boss aveva tentato invano di gettare nel water all’arrivo della polizia), ma soprattutto ha rispolverato un aspetto concettuale che pareva roba solo da libri di storia: la Mafia come filosofia di vita e come costruzione simbolica da imparare e impartire.
1)Non ci si può presentare da soli a un altro amico nostro, se non è un terzo a farlo
2)Non si guardano mogli di amici nostri
3)Non si fanno comparati con gli sbirri
4)Non si frequentano nè taverne nè circoli
5)Si ha il dovere in qualsiasi momento di essere disponibile a Cosa nostra. Anche se c'è la moglie che sta per partorire
6)Si rispettano in maniera categorica gli appuntamenti
7)Si ci deve portare rispetto alla moglie
8)Quando si è chiamati a sapere qualcosa si dovrà dire la verità
9)Non ci si può appropriare di soldi che sono di altri e di altre famiglie
10)Niente affiliazione per chi ha un parente stretto nelle varie forze dell'ordine, oppure chi ha tradimenti sentimentali in famiglia, o chi ha un comportamento pessimo e che non tiene ai valori morali
Non c’è più da ironizzare, insomma, di fronte alla rappresentazione convenzionale e manieristica che nel mondo si ha della mafia. Non c’è più nulla da correggere quando un amico straniero ci balbetta di una mafia fatta di lupare, “famigghie”, collane d’oro e di padrini alla Vito Corleone.
Portano gli stessi vestiti, adorano gli stessi “vuoti santini”, partecipano allo stesso teatrino allegorico, insomma, quelli della vecchia mafia “verticale” con questi della nuova mafia “orizzontale” del nuovo secolo. Vivono della modernità dei processi economico politici, ma rimangono arcaici nelle movenze e nella loro immagine, questi nuovi picciotti.
E dunque esistono ancora i bravi di una volta che erano “guai a toccargli la madre o la moglie”?
Sembra di sì, ma comunque lo scopriremo al prossimo pizzino.
(08 novembre 2007)
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