venerdì 11 gennaio 2008

L'ultimo film di Puccioni

Arriva nelle sale il film di Puccioni amato al Festival di Berlino, e già venduto in molti paesi. "Volevo raccontare la realtà italiana, ma senza sociologismi".

Lei, lei e il ragazzo clandestino. In "Riparo" un triangolo impossibile

La relazione lesbica tra un'imprenditrice e un'operaia sconvolta da un ragazzino straniero.
La protagonista, Maria De Medeiros: "Una storia d'amore e di potere".
di CLAUDIA MORGOGLIONE


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Antonia Liskova e Maria De Medeiros

ROMA - Un triangolo amoroso impossibile. Una love story destinata a scontrarsi con le differenze economiche, sociali ed etniche fra i tre protagonisti. Un rapporto lesbico che si infrange quando nella vita delle due donne irrompe un ragazzino extracomunitario, clandestino. Ma Riparo - il film di Marco Simon Puccioni accolto con entusiasmo al Festival di Berlino 2007, e ora in uscita nelle nostre sale - non è solo un melodramma a tinte forti. E' anche uno spaccato della nostra Italia (la vicenda è ambientata nella ricca provincia di Udine): Paese in cui si può non essere accettati per la propria sessualità, o perché non si hanno abbastanza soldi, o perché il lavoro è sempre precario. O perché si è uno dei tanti stranieri invisibili.

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Temi forti, dunque. Per una pellicola che si inserisce anche in un filone di rinnovato interesse per il Nordest, già testimoniato da opere recenti come La ragazza del lago e La giusta distanza. Qui però c'è una particolarità in più. Visto che Riparo è un film italiano con tre protagonisti stranieri: la sempre brava e carismatica Maria De Medeiros (attrice portoghese residente in Francia, amatissima in tutta Europa); la slovacca ormai trapiantata nel nostro Paese Antonia Liskova (volto noto di tante fiction, a partire da Incantesimo); e infine, nella parte del ragazzino che sconvolge il loro menage, il marocchino residente in Francia Mounir Ouadi.

Un attore non professionista, che la vita borderline la sperimenta - come rivela il regista - "sulla propria pelle". E che, proprio per il suo stile di vita ai margini, oggi non partecipa alla presentazione ufficiale del film: "Lui è davvero un invisibile - racconta Puccioni - speravo che il lavoro con noi lo aiutasse a interrompere il suo percorso di devianza, ma forse non è stato così: per oggettiva difficoltà, per sfiducia in se stessi".

Ma veniamo al film. Tutto comincia quando le friulane Anna (Maria De Madeiros) e Mara (Antonia Liskova), protagoniste di una storia d'amore intensa ma problematica (Mara lavora come operaia nell'azienda di famiglia di Anna), tornano da una vacanza in Tunisia. Dopo aver passato la frontiera, dal bagagliaio della loro auto spunta un ragazzino straniero, molto probabilmente minorenne. Anna, per desiderio di maternità inespresso o per senso di colpa sociale, si interessa subito a lui. Fino a ospitarlo nella casa in cui vive con la partner, che è invece assai poco felice per la presenza di un terzo incomodo. Sempre grazie ad Anna il ragazzino, Anis, trova un lavoro. Sembra quindi che lo strano terzetto possa trovare una sorta di equilibrio - un riparo, come suggerisce il titolo.

Il problema è che ognuno dei tre personaggi in realtà non è in pace con se stesso, e vive una diversa forma di non accettazione: Anna perché i parenti, e in particolare la madre, non digeriscono la sua omosessualità; Mara perché dipende totalmente, nella vita e nel lavoro, dalla compagna, e per il pessimo rapporto col padre ormai moribondo; e Anis perché è un ragazzino senza niente in terra straniera, che non capisce il rapporto lesbico tra le due donne che lo ospitano. E che finisce per innamorarsi di una delle due. Tutte tensioni che, inevitabilmente, arrivano a esplodere. Mandando in frantumi il fragilissimo equilibrio precedente, in un finale volutamente aperto.

Un film amato dal pubblico di Berlino e degli altri festival in cui è stato proposto, che ha ottenuto ottime recensioni dei critici internazionali - New York Times compreso - ed è stato già venduto in molti paesi, dalla Spagna agli Stati Uniti. E che però rischiava di non uscire dai noi, per la difficoltà di trovare sale per piccole opere indipendenti. Così alla fine il produttore Mario Mazzarotto ha deciso di investire di tasca propria e di creare, con altri colleghi, una nuova società di distribuzione, la Movimentofilm, riuscendo a portare Riparo nei cinema.

Così adesso il pubblico italiano potrà vedere un film che - come spiega il regista - "voleva parlare della nostra realtà sociale, non con un approccio ideologico o sociologico, ma attraverso il rapporto emotivo, affettivo, tra i personaggi". E che si regge molto sulle due interpreti femminili, spesso impegnate in scene intense.

"All'inizio credevo di non farcela - racconta Maria De Medeiros, che è anche regista e cantante, e che domani tiene un concerto all'Auditorium di Roma - visto che io con il Friuli non c'entro nulla. Ma Marco mi ha convinto. E ne sono felice, perché si tratta di una storia con tanti livelli di lettura: il triangolo amoroso; i rapporti di potere che entrano in quelli affettivi (in questo senso è un film politico, anche se la cosa non è più di moda); il legame tra l'Europa ricca e il Sud povero". Tutte contraddizioni difficili da sanare.

(10 gennaio 2008)

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