giovedì 26 febbraio 2009

Maggio Fiorentino a rischio dal teatro reazioni a Baricco

Tagli al cartellone della 72esima edizione, a rischio gli stipendi
L'Agis: "Lo Stato investe poco più di 4 euro a spettatore per la prosa"

di ILARIA CIUTI

FIRENZE - Tempesta sul 72° Maggio musicale che inizierà il 29 aprile. La Fondazione Teatro del Maggio dopo i tagli del governo al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, non ha più una lira in cassa. Così taglia dal cartellone del festival opere come il Bully Budd di Britten, o il Macbeth che avrebbe riportato Verdi nel luogo della prima esecuzione, al teatro della Pergola.

Vengono in aiuto Abbado e Muti con le loro orchestre giovanili e Mehta, che del Teatro del Maggio è il direttore principale, con i concerti per piano e orchestra di Beethoven. Il sovrintendente Francesco Giambrone annuncia che coi tagli sono a rischio gli stipendi ai circa 400 dipendenti, già sul piede di guerra, fermati per ora solo dall'intervento dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. C'è poi il previsto buco di 4 milioni e mezzo di euro per il 2009: per evitare un secondo commissariamento in tre anni, il Comune "offrirà" al Maggio due stabili di sua proprietà, tra cui l'ottocentesco teatro Goldoni.

La crisi dei teatri era stata preannunciata giorni fa da un allarme dell'Agis, l'associazione dei settori dello Spettacolo, a Berlusconi ("senza finanziamenti i teatri chiudono") e ripetuta oggi in una replica all'articolo di Alessandro Baricco pubblicato da Repubblica che continua a suscitare reazioni, sdegnate o entusiaste.

"Quanto costerebbe aprire un teatro nelle scuole? Tutto questo argomentare gira intorno a 398 milioni di euro", scrive il presidente dell'Agis Alberto Francesconi a proposito del finanziamento statale allo spettacolo, "invece di impegnarsi in una vera riforma che gli operatori sollecitano da tempo". Rincara la dose Roberto Toni, presidente delle imprese di produzione teatrale dell'Agis: "lo Stato investe poco più di 4 euro a spettatore nel teatro di prosa" che alimentano però un indotto enorme, dice. Tra le tantissime reazioni, si segnala quella di Marco Caviccioli di Fanny & Alexander, la nuova generazione teatrale: "Non siamo mangiapane a tradimento, come viene fuori dall'articolo: siamo imprese, fragili che producono però un capitale enorme, umano, come è aprire un teatro a Scampia o tenere aperto uno spazio culturale nella periferia di una città".

(26 febbraio 2009)

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