“Ci sono arrivate tante adesioni di cittadini pronti a manifestare sostegno al signor Pappalardo raccogliendo le sue arance, tanto che quest’anno c’è stato il bisogno di un servizio d’ordine adeguato per evitare danni al terreno”. Lo dice, soddisfatta, Gabriella Guerini, presidente dell’Asaae, l’Associazione Antiracket Antiusura Etnea che ha accompagnato il signor Pappalardo, un imprenditore agricolo di Palagonia e titolare di un’officina di riparazione gomme con una lunga storia di usura ed estorsioni alle spalle, nella sua lotta al racket. E che l’anno scorso ha lanciato l’iniziativa della raccolta delle “arance della legalità” per evitargli la bancarotta.
L’appuntamento ritorna anche quest’anno, il 28 febbraio, per ripetere un’esperienza di solidarietà che ha dato un forte segnale di partecipazione civile alla lotta alla mafia. Il signor Pappalardo aveva denunciato i suoi aguzzini, ma era stato isolato dai suoi stessi compaesani; l’officina era sull’orlo del fallimento, il commerciante che di solito si riforniva da lui per le arance non ne volve più sapere e lui non aveva la possibilità economica di trovare manodopera per la raccolta. Le arance rischiavano di marcire, così l’ASAAE ha lanciato un appello coinvolgendo altre associazioni, come Addiopizzo Catania, Libera e il COPE, per non lasciarlo da solo.
Il 16 marzo 2008 circa 400 cittadini hanno mostrato la loro solidarietà diventando contadini per un giorno, raccogliendo le arance che sono state poi vendute a un euro al chilo davanti al tribunale di Catania, davanti all’università, nelle scuole, nei banchetti dei ragazzi di Addiopizzo Catania, e in parte sono state trasformate in marmellata dagli studenti dell’Istituto Alberghiero di Giarre.
Il progetto “Arance Pizzo Free” è stato anche presentato il 30 maggio scorso al Quirinale, dove l’ASAAE, insieme ai ragazzi di AddioPizzo Catania, alcuni soci di Libera, ai rappresentanti dell’associazione ADOC, dell’ITIS “Marconi” di Messina e dell’Istituto Alberghiero di Giarre, sono stati ricevuti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al quale è stato simbolicamente donato un vasetto della “Marmellata della Legalità”.
Sabato prossimo ci saranno circa 450 persone. Hanno aderito alla manifestazione molte associazioni, tra cui Addiopizzo Catania, Manitese e Libera, e parecchie scuole, come l’alberghiero di Giarre, il liceo artistico di Catania e sei istituti tecnici di Messina che arriveranno a Palagonia con sei pullman il cui costo è stato finanziato dalla provincia di Messina e in parte dall’ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili.
“Siamo sulla strada giusta – aggiunge la signora Guerini – la mafia e l’illegalità si sconfiggono solo con la collaborazione e la presa di coscienza di tutti i cittadini. Quest’anno sono aumentate le adesioni alla manifestazione e ci sono già molti che hanno prenotato l’acquisto delle arance. Inoltre, c’è una presenza più forte anche delle istituzioni, tanto che la Prefettura di Catania ci ha messo a disposizione i suoi locali per la conferenza stampa e hanno collaborato anche il Provveditorato degli studi, l’Assessorato alle politiche giovanili e la Prefettura di Messina. E in più c’e la novità della sponsorizzazione da parte dell’ANCE”.
Molte scuole hanno dato la disponibilità ad effettuare banchetti per vendere le arance e, come è stato fatto un anno fa, la sera del 28, al rientro dalla raccolta, si venderanno in piazza a Catania. Il luogo esatto verrà reso noto al più presto sul sito dell’ASAAE http://www.asaae.it/, così come gli appuntamenti per raggiungere l’aranceto della famiglia Pappalardo a Palagonia.
Le arance rosse di Catania.
E ora un po' di dolce:
Marmellata di arance al tè.
Ingredienti:
500 g di arance non trattate
500 g di mele Golden
800 g di zucchero
20 g di tè al bergamotto
2 stecche di cannella
1 limone
Lavare accuratamente le arance, asciugarle e sbucciarle asportando solo la buccia esterna. Tagliarle a metà, spremerle e versare il succo in una ciotola insieme al succo di limone. Porre le scorze in una casseruola, coprirle di acqua e cuocerle per 30 minuti. Scolarle e versare il liquido di cottura nella ciotola contenente succo d’arancia e limone. Lasciar raffreddare le scorze quindi tagliarle a julienne. Mettere in infusione il tè per 8 minuti in 9 dl di acqua bollente, filtrarlo e versarlo in una pentola. Aggiungere lo zucchero, mescolare bene e lasciare sobbollire per dieci minuti fino ad ottenere uno sciroppo. Sbucciare le mele, tagliarle a spicchi sottili e aggiungerle allo sciroppo di tè. Unire anche il succo e le scorze di arancia quindi la cannella ridotta in polvere. Cuocere a fuoco basso, mescolando spesso, per due ore circa finchè avrà raggiunto la sua consistenza. Procedere col riempire dei vasetti sterilizzati che andranno bolliti, coperti d’acqua, per almeno mezz’ora.
Che pensate di quest'iniziativa solidaria e antimafia?
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