Dibattito in rete sulla democrazia? L’Italia non partecipa
di Salvo Catalano | 10/10/2008 |
Why Democracy? è un grande progetto partecipativo che coinvolge televisioni pubbliche e private di tutto il mondo. Ma da noi nessuno, dalla Rai in giù, ha aderito. Il coordinatore Don Edkins: “Probabilmente il livello della vostra democrazia non è tale da poter parlare di questo
tema"
Whydemocracy.net è il più grande evento multimediale organizzato su un tema di attualità, che ha dato avvio a un dibattito globale sul ruolo della democrazia: 18 cortometraggi e 10 film documentari di registi famosi e sconosciuti filmmakers. 43 paesi coinvolti in rappresentanza dei 5 continenti, ma dell’Italia non c’è traccia.
Ecco un esempio dei video.
Don Edkins, regista e produttore sudafricano, fa parte della commissione di Esodoc 2008 conclusosi a Catania in questi giorni. Cerca di spiegare: “La situazione dei film makers italiani è estremamente difficile. Tra le proposte di film che abbiamo visionato ce n’era solo una italiana, ma non ha passato la nostra selezione. D’altra parte abbiamo tentato più di una volta di coinvolgere la Rai in questo progetto, ma invano. L’Italia ha perso una grande occasione. È un argomento che ha bisogno di essere dibattuto ma nel vostro Paese il livello della democrazia non è tale per dare vita ad un confronto maturo”.
In realtà c’è anche un pizzico di Italia tra i documentari selezionati: è il corto “Interferenze” (http://www.whydemocracy.net/film/22) di Zoe D’Amaro - film maker italiana emigrata ad Amsterdam dove collabora con la compagnia Godmother Films - che racconta l’esperienza della Street tv bolognese ‘Orfeo’.
Ma WhyDemocracy è anche un blog in cui tutti possono proporre contenuti, dare notizie, commentare fatti con l’unico obiettivo comune di vigilare sullo stato della democrazia nel mondo. Per stimolare il dibattito è stato chiesto a numerosi leaders politici e religiosi, atleti dello sport (tra cui Pelè), artisti, scrittori, ma anche all’uomo della strada (un tassista, un gruppo di teenagers inglesi) di rispondere a dieci domande, tra cui: chi voteresti come ‘presidente della terra’? E’ vero che le donne sono più democratiche degli uomini? Dio è democratico? La democrazia è un bene per tutti?
Le risposte sono state raccolte e assemblate in diversi video (http://www.whydemocracy.net/house/questions). Non cercate un italiano: ancora una volta del nostro paese neanche l'ombra.
Opinioni?
Don Edkins, regista e produttore sudafricano, fa parte della commissione di Esodoc 2008 conclusosi a Catania in questi giorni. Cerca di spiegare: “La situazione dei film makers italiani è estremamente difficile. Tra le proposte di film che abbiamo visionato ce n’era solo una italiana, ma non ha passato la nostra selezione. D’altra parte abbiamo tentato più di una volta di coinvolgere la Rai in questo progetto, ma invano. L’Italia ha perso una grande occasione. È un argomento che ha bisogno di essere dibattuto ma nel vostro Paese il livello della democrazia non è tale per dare vita ad un confronto maturo”.
Per ovviare all’indifferenza delle tv nazionali, è stato creato il portale www.whydemocracy.it dove i 10 film-documentari provenienti da Cina, Pakistan, Danimarca, Liberia, Egitto, Russia, Bolivia, India, Giappone e Stati Uniti, cuore dell’intero progetto, sono fruibili con sottotitoli in italiano. Si va da ‘Looking for revolution’ (http://www.whydemocracy.net/film/6) che indaga la Bolivia del presidente Evo Morales, tra la nostalgia per la rivoluzione predicata da Che Guevara e il vecchio sistema corrotto e oligarchico, ancora vivo e vegeto, a ‘Iron ladies of Liberia’ (http://www.whydemocracy.net/film/8) viaggio nel sogno democratico di Ellen Johnson-Sirleaf, prima donna a diventare capo di stato di un paese africano, passando per “Please Vote for me” (http://www.whydemocracy.net/film/3). Quest’ultimo, in realtà, è stato trasmesso da Doc3 sulla terza rete Rai quest’estate: un interessantissimo spaccato di vita in una grande città cinese tra i banchi di una scuola con alcuni bambini in gara tra di loro per diventare rappresentanti di classe.
In realtà c’è anche un pizzico di Italia tra i documentari selezionati: è il corto “Interferenze” (http://www.whydemocracy.net/film/22) di Zoe D’Amaro - film maker italiana emigrata ad Amsterdam dove collabora con la compagnia Godmother Films - che racconta l’esperienza della Street tv bolognese ‘Orfeo’.
Ma WhyDemocracy è anche un blog in cui tutti possono proporre contenuti, dare notizie, commentare fatti con l’unico obiettivo comune di vigilare sullo stato della democrazia nel mondo. Per stimolare il dibattito è stato chiesto a numerosi leaders politici e religiosi, atleti dello sport (tra cui Pelè), artisti, scrittori, ma anche all’uomo della strada (un tassista, un gruppo di teenagers inglesi) di rispondere a dieci domande, tra cui: chi voteresti come ‘presidente della terra’? E’ vero che le donne sono più democratiche degli uomini? Dio è democratico? La democrazia è un bene per tutti?
Le risposte sono state raccolte e assemblate in diversi video (http://www.whydemocracy.net/house/questions). Non cercate un italiano: ancora una volta del nostro paese neanche l'ombra.
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