Il cimitero di Praga l'ultimo romanzo di Umberto Eco, è stato presentato ieri dal semiologo italiano a Madrid. Si tratta di un’avvincente romanzo storico sullo sfondo della Praga del XIX secolo, tra intrighi, idee rivoluzionarie, spie e lotte per far pendere a proprio favore l’instabile bilancia del potere dell’epoca.
I lettori sperano in un ritorno alle origini per il noto intellettuale italiano, che con capolavori come Il nome della rosa e Il pendolo di Focault ha portato questioni storiche e filologiche di primaria importanza fuori dalle biblioteche e dalle università per farli entrare nelle case di tutti. Il cimitero di Praga arriva sei anni dopo l’ultimo lavoro di Eco, La misteriosa fiamma della Regina Loana, incentrato sul legame tra la memoria individuale e quella collettiva. Ma forse ai lettori più affezionati è mancato il pathos dei primi romanzi, il che giustifica l’enorme aspettativa intorno alla nuova fatica dell’autore.
Da noi l'autore italiano ha parlato della politica del suo paese y della situazione del mondo. Ha dichiarato, tra altro, che "Berlusconi è uno zombi, molto pericoloso" e che attorno a noi ci sono tante falsificazioni. Lo scrittore ha anche criticato Il Vaticano che ha fatto che vendesse 100.000 copie in più della suo ultimo romazo. Opinioni autorevoli e sempre geniali da considerare al di là della presentazione di un'opera letteraria.
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