How many times
di Marco Pirrello 23/05/2009
«La mafia è un fatto umano e come tale ha un inizio e avrà anche una fine». Era la convinzione di Giovanni Falcone, ucciso diciassette anni fa a Capaci insieme a Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Noi li ricordiamo con questo video
Quante volte dovranno volare le palle di cannone, prima di essere proibite per sempre? E quante morti ci vorranno, prima di sapere che troppi sono morti? Oggi ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Ma l’elenco delle vittime della mafia, di tutte le mafie, va allungandosi ogni anno, non solo in Sicilia. Va allungandosi con i nomi di persone che, sfidando la criminalità, hanno consapevolmente rischiato di essere uccise. Ma anche con i nomi di persone comuni, vittime casuali, gente che si è trovata a passare nel posto sbagliato al momento sbagliato, e magari fino ad allora aveva pensato che la mafia non potesse riguardarla. Cosa che molti continuano a pensare.
Ma quanti anni può esistere una montagna, prima di essere erosa dal mare? E quanti anni possono esistere gli uomini, prima che sia loro permesso di essere liberi? La convinzione di Falcone era semplice e logica: la mafia è un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine. Soprattutto tra i giovani, qualcuno che lavora per accelerare questa fine c’è.
Sì, ma quante volte può un uomo volgere lo sguardo e fingere di non vedere? Falcone ricordava che la mafia è anzitutto un fatto criminale e che, senza affrontarla appunto come fatto criminale, non ci si può illudere di sconfiggerla. E oggi, nonostante alcuni successi investigativi, i mezzi a disposizione della magistratura per contrastare la criminalità appaiono spesso poveri, l’azione della giustizia viene continuamente delegittimata. Persone che hanno denunciato coraggiosamente la mafia vengono spesso isolate, la loro identità segreta non viene protetta, la loro vita viene messa a rischio.
How many roads must a man walk down before you call him a man? A noi tocca ripercorrere con la memoria il tratto di autostrada Palermo-Trapani sul quale il 23 maggio 1992 si consumò la strage di Capaci. La dobbiamo percorrere sperando che davvero le risposte soffino nel vento e che noi, quelle risposte, riusciremo ad afferrarle. È la nostra speranza. La certezza è che, senza cominciare dalle domande giuste, le risposte non potremmo mai trovarle.
Nessun commento:
Posta un commento