sabato 29 ottobre 2011

GITE IN CRISI

Addio al rito della gita scolastica restano in classe due studenti su tre

Si dimezzano i viaggi d'istruzione: "Sono diventati troppo costosi". Nello scorso anno scolastico hanno coinvolto760mila ragazzi contro gli inoltre 1,3 milioni di quattro anni fa.

Un tempo c'erano Roma, Firenze, Venezia. Poi Barcellona, Berlino, Praga. Negli anni sono cambiati gli orizzonti, gli studenti, i costi ma nessuno ci ha mai rinunciato. È la gita scolastica, da sempre sospesa tra cultura e vacanza, didattica e divertimento, formazione e svago. Ora però il "viaggio d'istruzione", come viene chiamato nei protocolli del ministero, rischia di sparire.

Addio fuga dalla routine dei banchi, rito indimenticabile per generazioni di studenti. Per l'Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club nella scuola superiore c'è stato un calo netto: nel 2010/2011 le classi in gita sono passate dal 60 per cento al 38, gli studenti da 1,3 milioni a 760 mila, il fatturato da 340 milioni a 215. Nell'ultimo anno, dicono i ricercatori, hanno sicuramente pesato le manifestazioni studentesche contro la riforma, le proteste dei professori contro i tagli, ma da soli non spiegano la riduzione.


Nel 1992, una circolare del ministro Iervolino stabilì che le "visite d'istruzione" dovevano essere a carico delle scuole non delle famiglie. Così non è stato. "Da tempo i professori non hanno più la diaria e non hanno pagate le trasferte ma questo non è la vera causa del calo. Il motivo principale è il forte aumento dei costi. È un peccato, così si perde un'esperienza che può essere ancora formativa", spiega Mario Rusconi, vice presidente dell'Associazione nazionale presidi. "Sono aumentati i prezzi della benzina, degli hotel, degli autisti. Alcune scuole creano un fondo per sovvenzionare gli studenti che non possono pagare. A volte sono anche gli insegnanti, tanto bistrattati, a dare i soldi per chi non se lo può permettere".

Alle classi superiori il costo di una gita si aggira intorno alle 400 euro, una cifra significativa che rischia di creare discriminazioni. "È una bella fetta del reddito che può mettere in difficoltà. La gita va salvata ma deve tornare ad essere legata ad una motivazione culturale, al percorso di apprendimento. Non deve essere un viaggio alla moda". Come a volte è diventato, ma non per tutti. "Nel nostro istituto abbiamo un'adesione che non supera mai il 50%, non abbastanza, occorre un'adesione dei due terzi, quindi rinunciamo", dice Leandro Cantoni, preside dell'istituto professionale Cattaneo di Roma. "Accade nei professionali e nei tecnici, meno nei licei".



La gita è in crisi ma non solo per i soldi. "Negli anni c'è stata un'involuzione consumistica dei modelli educativi", spiega Benedetto Vertecchi, pedagogo. "L'uscita scolastica è un'esigenza legittima che deve essere organizzata sulla base di un percorso cognitivo non può diventare un'attività da agenzia turistica". Pochi fondi e molte critiche, così nella scuola si ridefinisce la rotta e il viaggio se vorrà sopravvivere dovrà cambiare. "Organizziamo ultimamente scambi culturali", dice il preside Rusconi. "Alcuni studenti sono andati ospiti a San Pietroburgo, ora sono venuti da noi i ragazzi russi. Si risparmia e rimane un'esperienza culturale importante per i ragazzi".

Già, i ragazzi. La gita ha accompagnato la vita di generazioni di studenti, per molti è stato il primo viaggio, per tutti occasione di risate, amori e ricordi. Impossibile tornare indietro. "Adesso i contributi scolastici servono per garantire quello che dovrebbe essere la normalità e addio viaggi", dice Sofia della Rete degli Studenti. "Ma partire è importante, rende reale quello che studiamo ed è un'opportunità per stare insieme. Non vogliamo rinunciarci".

Marina Cavallieri, La Repubblica.it 29 ottobre 2011

mercoledì 19 ottobre 2011

E Riccardo Muti parlò...

Sara (NB2 17/19 ore) mi ha fatto notare questo video, che anche se da qualche tempo fa, credo sia sempre attuale. Dovete senz'altro vederlo... Grazie Sara.



giovedì 13 ottobre 2011

NUOVO SITO RAI INTERESSANTE

Cari studenti, vi propongo un nuevo sito internet. Credo sia un complemento interessante per il vostro apprendimento: IN ITALIA: l'Italia e l'italiano per stranieri

Lo potete anche trovare sulla sbarra laterale sezione TV.

Date un'occhiata! Vedrete che è utile. Ecco una mostra: un breve documentario a proposito di Bologna.



venerdì 7 ottobre 2011

SMOG ITALIANO

Lo smog è alle porte, difendetevi così

Già a settembre, sforati i livelli di attenzione a Milano e Torino. Precauzioni all'aperto, ma anche in casa

Smog fuori legge a Milano

MILANO - Quest’anno gli allarmi smog sono arrivati presto. Alla fine di settembre, le centraline di Milano hanno fatto registrare i primi sforamenti dei livelli di attenzione per le polveri sottili e, negli stessi giorni, Torino riceveva il bollino nero di città più inquinata d’Italia da un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un pessimo biglietto da visita per i prossimi mesi, dato che è proprio nella stagione fredda che si registrano i livelli più alti di inquinamento nelle aree urbane. Lo confermano i risultati dello studio Tosca, appena reso noto dai ricercatori del centro Polaris-Università di Milano Bicocca, che nel fornire le cifre dell’emergenza hanno illustrato le differenze fra le polveri estive e quelle invernali, e hanno dato consigli ai cittadini su come difendersi, all’aperto e in casa.

Smog e biciclette a Milano

PROGETTO TOSCA - Finanziato dalla Fondazione Cariplo, il progetto Tosca ha studiato le concentrazioni e la composizione del PM 10 nelle diverse stagioni, analizzando gli effetti sulla salute dei picchi di inquinamento. «In estate le polveri sono più ricche di batteri, che producono endotossine che determinano la riacutizzazione delle malattie respiratorie di tipo infiammatorio. Ad alte concentrazioni abbiamo verificato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie o cardiovascolari» spiega Marina Camatini, responsabile della ricerca. «In inverno le polveri derivano per lo più dal traffico e dai riscaldamenti. Sono fortemente arricchite di particelle ultrafini e capaci, una volta respirate, di entrare nel circolo sanguigno». Gli effetti sulla salute sono allora di lungo periodo e consistono in tosse cronica e catarro, diminuzione della capacità polmonare, bronchiti croniche e tumori.

Respira! È aria pura

INTERNET PUO' ESSERE UTILE - «Internet può aiutare a evitare le strade più trafficate, sia che si viaggi in automobile sia che si vada a piedi o in bicicletta» continua Marina Camatini; «esistono infatti applicazioni per telefoni cellulari e servizi sul web che indicano le condizioni del traffico e aiutano a scegliere i tragitti più favorevoli». Una particolare attenzione va poi data a bambini e anziani, più suscettibili agli effetti dello smog. Quando è possibile, dovrebbero evitare di uscire nelle ore di punta, e i bambini che ancora non camminano andrebbero portati a spasso nello zaino o nel marsupio, invece che nel passeggino: il particolato più insidioso, infatti, è quello più vicino al suolo. I risultati del progetto Tosca suggeriscono poi le giornate migliori per fare sport all’aria aperta. A molti non piacerà, ma «nei periodi di bel tempo si rilevano i valori più elevati di polveri sottili» dice l’esperta. Meglio, allora , correre col brutto tempo, magari quando ha appena smesso di piovere. Fuori di casa, infine, attenzione a locali e ristoranti, dove le vere camere a gas sono i dehors all’aperto. Qui, infatti, di solito si rifugiano i fumatori, e il fumo di sigaretta è ricchissimo di particolato fine, che si somma a quello dello smog già presente formando un mix micidiale.

ATTENTI ANCHE IN CASA - Ma neppure in casa si può abbassare la guardia. E i sistemi di riscaldamento e gli stili di cottura dei cibi sono i primi elementi su cui concentrarsi. «I classici camini inquinano l’aria cittadina con il fumo che emettono dal comignolo, ma liberano grandi quantità di particelle fini e ultrafini anche in casa» afferma, Ezio Bolzacchini, chimico dell’Università Bicocca, che nello studio Tosca ha esaminato la composizione del particolato. Se si usano condizionatori e umidificatori, poi, si devono sostituire periodicamente i filtri, che intrappolano le polveri rendendo l’aria più salubre, ma che alla lunga perdono di efficienza. Riguardo alla cucina, invece, va tenuto presente che certi tipi di cottura inquinano l’ambiente. Sotto accusa ci sono principalmente le fritture, specie se fatte in assenza di cappe filtranti o ricircolo d’aria. «È stato osservato che in queste condizioni le concentrazioni di polveri ultrafini aumentano anche di 10 volte» dice l’esperto.



IL "VERDE" PURE AIUTA - Semaforo verde invece per frutta e verdura che, ricche di vitamine e antiossidanti, contrastano gli effetti nocivi dello smog. «La dieta anti inquinamento prevede in inverno pomodori, melograno, barbabietole e arance rosse, oltre a carote, mandarini e limoni» consiglia Alberto Bertazzi, del Dipartimento di medicina del lavoro e dell’ambiente dell’Università statale di Milano, «in più, antiossidanti e minerali utili sono contenuti anche nelle verdure a foglia». Il verde, poi, può essere prezioso anche in un altro modo. Alcune piante da appartamento, infatti, aiutano ad abbattere le concentrazioni di inquinanti indoor. «Il ficus, la dracena e la gerbera sono le più indicate, in quanto riescono a rimuovere fino al 40 per cento degli inquinanti quali formaldeide, (presente in alcuni mobili), e benzene» conclude Bolzacchini. Bisogna però che siano rigogliose, perché a filtrare l’aria sono le foglie.

Margherita Fronte, Corriere della sera.it 04/10/2011